giovedì 8 gennaio 2015

Pietas



Oggi è il giorno del pianto.

Fra i tanti commenti alla strage di Charlie Hebdo, pubblico questa
riflessione di Vinicio Capossela, che mi ha inviato Staino.
Ciao.
Paride

Ieri , alla fine delle dodici notti , il tempo fuori dal tempo del
passaggio, questo attentato.. questa azione di guerra in territorio di
idee.. un commando.. commando? ..queste pesanti figure di uomini neri
con artiglieria pesante che entrano, non oltre un reticolato, non contro
altri uomini armati, ma dentro una stanza piena di disegni. C’è qualcosa
nel disegno che tiene viva la nostra innocenza. Tanto più nel disegno
satirico. Gli uomini cessano di essere orribili, prepotenti, arroganti,
e diventano piccole, ridicole, caricature. É il mondo delle idee.
Matite e artiglieria pesante , e questa inimmaginabile scena della
carneficina, che fa strage delle idee. Come entrare in una stanza di
ricreazione e uccidere l’infanzia.
Disegnare è la prima cosa che impariamo a fare, il primo gioco. Il primo
gioco dall’inizio.. Dalle grotte di Altamira, di Lescaux.. La prima
volta che l’uomo si è sollevato dal suo stato bestiale e ha fatto
qualcosa di inutile. Qualcosa che lo sottraeva alla lotta per la
sopravvivenza. Insieme all’arte ha inventato il gioco. Qui non si può
più giocare.
Armi pesanti. Inseguimenti. Esecuzioni. L’orrore.
“Se non ci fosse il Paradiso – dice il mio amico Armando Testadiuccello-
non ci sarebbero guerre.” Fare della Terra un inferno certo, in nome di
un Paradiso incerto , è quello che l’umanità ha sempre fatto , spesso in
nome delle religioni. Non facciamoci tirare in mezzo da queste pulsioni.
Qui Allah, Dio Padre Onnipotente, Jahvè, non c’entrano nulla.  Se una
forza creatrice c’è, un’armonia nascosta e incomprensibile, un po’ di
sputo divino impastato nel fango, qui non c’entra .
Questo è solo l’uomo. Capace di cose alte e grandi e capace
dell’orrore.  Capace di impugnare una matita per giocare o un’arma
pesante per uccidere.
É una lotta che vale la pena di essere combattuta quella di poter
scegliere la matita. Teniamo a cura la nostra capacità di giudizio. Ci è
costata l’uscita dal Paradiso. Il giudizio sommario è quasi parente
dell’esecuzione sommaria.
V.


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