giovedì 27 ottobre 2016

Caro Simone ti scrivo...


...così mi distraggo un po'! Dice, più o meno, una canzone del compianto Lucio. 
Ho un sacco di preoccupazioni in questo periodo, che mi tolgono la necessaria tranquillità e l'entusiasmo.  Va a periodi. O forse le preoccupazioni cresceranno esponenzialmente con il passare del tempo? Boh, chi lo sa? Per distrarmi faccio vigne. Leggo. E bevo tè. Deteinato, rigorosamente deteinato. E perché sono fisiologicamente ansioso e il freddo e le preoccupazioni non aiutano. E tantomeno la caffeina. E perché sono al limite con l'attuale dosaggio della pastiglia. Quella per la prostata! Sic! Mi dirigo a grandi balzi verso una solitudine che non mi piace più. Mi sento fragilissimo, in balia degli eventi e del destino. E da questa fragilità sale una specie di sgomento, uno spavento, un senso di inadeguatezza di fronte all'enormità del compito e dei problemi da affrontare. Insomma, è un periodo di merda. Ma soprattutto dopo che ho saputo da Leo, domenica scorsa, della chiusura del giornale, insomma ci sono rimasto molto male. A parte la tempistica, ma come si fa, dai? Credevo che scherzasse. Ma come si fa? Guarda, neanche Staino, che non è proprio un simpaticone, nel 2008, con Emme mi fece uno sgarbo del genere, altroché! Almeno lui ce lo comunicò un mese prima! 
Però pensavo, caro Simone, che nonostante abbia, di fatto, condotto per quattro anni vita monastica e per l'ansia da prestazione, sono al limite anche con l'attuale dosaggio di tisane per la pressione (che  già alla sera mi pare di essere in orbita attorno alla terra...) ti volevo ringraziare di cuore per la fiducia che mi hai dato, e l'opportunità di lavorare con una redazione davvero ineguagliabile. Ti confesso che ho lavorato per tre anzi, per quattro  quotidiani nazionali, ma l'umanità, la voglia di fare bene, la simpatia, la gentilezza oltre alla professionalità della redazione di P.P. per il sottoscritto rimarranno un ricordo indelebile. Con P.P.mi sono proprio divertito! Anche se, diciamolo, a prezzi stracciati. Non te l'ho mai detto, per rispetto (o perché sono un asino ), ma pochi giorni dopo la tua telefonata, mi chiamarono quelli di Reggio. 
E ora? Beh, un po' la vedo esattamente come Pascal. Blaise. Sai? quando scrive... "Non so chi mi abbia messo al mondo, né che cosa sia il mondo, né cosa io stesso. Sono in un'ignoranza spaventosa di tutto...", ecco, ma mentre lui si era abituato a fingere di credere, io temo che nemmeno questo mi sarà concesso. Ossequi alla signora. Una carezza a Maria Vittoria. E digli che questa è una carezza di un vignettaro. Disoccupato. Che ci aveva creduto. In bocca al lupo.

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